Quando il gioco si fa duro: chi imbuca il putt per vincere?

“Sentirsi in gara” così i buoni giocatori descrivono le loro giornate migliori, ma cosa vogliono per “sentirsi in gara”?
La pressione buona necessaria a sfidare le proprie abilità in campo.

 

Chi evita la pressione spesso lo fa per paura di fallire o di non essere all’altezza della situazione o degli avversari e così compromette il proprio potenziale agonistico.

Giocatori come Graeme McDowell o Jan Poulter, non sono fuoriclasse ma hanno sempre dato il meglio del loro gioco sotto pressione sia in Ryder Cup che sul Tour conquistando vittorie preziose, la simpatia e il tifo degli spettatori.

Per loro la pressione è il motore indispensabile, il divertimento, la cercano e la accolgono per giocare al meglio ed attingere a tutte le loro capacità.

Questa è la “pressione buona” che non viene dal misurarsi cn le aspettative di risultato né tanto meno dalla preoccupazione del giudizio degli altri; è un motore che parte da dentro di sé e che fa giocare ogni buca e ogni colpo col 100% della determinazione e della concentrazione come una sfida continua col campo.

Bisogna farsi forti ed uscire dalla “zona di comfort” che fa proteggere il risultato cercando di non fare errori nelle ultime buche o che considera il par del campo come un salvagente a cui aggrapparsi.

Vuoi usare la pressione a tuo vantaggio?
♥Guarda alla pressione come qualcosa di utile per “sentirti in gara”
♥Considera le situazioni di pressione come occasioni per far brillare il tuo gioco
♥Allena le situazioni di pressione quando pratichi ricreando gli scenari nella tua mente:
“giocherò questo putt sapendo che è importante per far vincere la squadra”
“giocherò a questo green sapendo che il mio avversario è in bandiera”
“sono all 18 e immagino il pubblico che fa il tifo per me, farò vedere dei gran colpi”

 

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